Intervistato dal quadrimestrale Tabloid di medicina estetica, il dottor Angelo Crippa illustra il suo studio durato 24 mesi: nell’arco di due anni 80 pazienti donne affette da insufficienza venosa cronica e con sintomi variabili sono state sottoposte a un ciclo di sei sedute di carbossiterapia. Il risultato del trattamento ha mostrato un progresso positivo della sintomatologia nell’80% dei casi e una riduzione del 20% dei sintomi nelle pazienti.
Terapia efficace contro l’insufficienza venosa
Alla luce di questi positivi risultati, sulla ricerca eseguita dal dottor Crippa si sono accesi i riflettori della comunità medico-scientifica nazionale e internazionale, tanto che si sono moltiplicati gli inviti a congressi, seminari, lezioni universitarie e master specialistici allo scopo di presentare e discutere questo innovativo metodo di cura.«La carbossiterapia - spiega il dottor Crippa nelle pagine Tabloid di medicina estetica alla giornalista medico-scientifica Marcella Valverde - è efficace nella cura delle patologie venose e linfatiche in quanto riattiva la microcircolazione, così da alleggerire il carico dei vasi sanguigni e accrescere l’ossigenazione dei tessuti. In particolare, la carbossiterapia ha un effetto riabilitativo sul microcircolo, in quanto determina una vasodilatazione arteriolare e meta-arteriolare con aumento della velocità del flusso sanguigno, un’apertura dei capillari e un aumento della percentuale di ossigeno nei tessuti, migliorando così l’insufficienza venosa cronica».
Iniezioni di CO₂: come funziona una seduta
Eseguibile in ambulatorio, senza anestesia in quanto indolore, una seduta di carbossiterapia con iniezione di anidride carbonica dura in media 30 minuti, con cadenza mono o bisettimanale, mentre un ciclo è costituito da un numero di sedute variabili in base alla gravità della patologia da curare (in media 8-12) e può essere ripetuto due o tre volte l’anno.Più in dettaglio, sottolinea ancora il dottor Crippa, «la carbossiterapia consiste nella somministrazione per via sottocutanea o intradermica di una quantità controllata di anidride carbonica allo stato gassoso. È atossica, in quanto identica alla CO₂ che è prodotta dal nostro metabolismo cellulare e che eliminiamo respirando. Di conseguenza, essa non risulta nociva al nostro organismo e non provoca embolia. Al termine di un singolo trattamento di carbossiterapia, la CO₂ somministrata è riassorbita in pochi minuti attraverso l’emoglobina ed eliminata da polmoni, reni e pelle».