Una vita in camice bianco

Quando a 15 anni decisi che da grande avrei fatto il medico non ne parlai con nessuno. Neanche a mamma (casalinga) e papà (ex partigiano e operaio). Mi spaventava l'idea di chiedere loro di caricarsi sulle spalle anni di sacrifici per farmi studiare. Così tenni la cosa per me, come un segreto da custodire.
Il cammino verso la laurea è stata una montagna da scalare e la successiva specializzazione in chirurgia solo il coronamento di un nuovo inizio. Figlio della Brianza, una terra dove il lavoro è un comandamento di fede, non ho mai guardato né l'orologio, né il calendario. C'erano solo i pazienti da visitare o operare. Pazienti che però, in tanti anni, sono stati il mio elisir di giovinezza, una speciale "vitamina" per nutrire mente e corpo. I pazienti e la loro salute rimangono la mia priorità. Ho sempre voluto che con me si sentissero in buone mani. Ecco perché offro loro le migliori cure, spiegando con un linguaggio comprensibile vantaggi e svantaggi di una terapia. Tratto i pazienti nello stesso modo in cui io vorrei essere trattato: con competenza, rispetto, empatia.